OGGI A MILANO SI È TENUTA L’ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ABI, ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SERGIO MATTARELLA E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, GIUSEPPE CONTE. LA RELAZIONE INTEGRALE DEL PRESIDENTE ANTONIO PATUELLI.
Relazione per Assemblea ABI 2019
Signor Presidente della Repubblica,
la Sua presenza onora l’ABI nel centenario della nascita che avvenne a Milano nel 1919, inuna fase fortemente influenzata dall’economia di guerra che vide l’impegno straordinario anche delle banche per l’indipendenza italiana.
IL CENTENARIO
Nel 1918, quando erano ancora incerte le sorti della prima guerra mondiale, il Ministro del Tesoro Nitti promosse un accordo interbancario per sostenere lo sforzo dell’Italia e propose la “costituzione di un’Associazione fra banche e banchieri”.
Nel ’19 Einaudi ne valutò positivamente la nascita che “può divenire il fatto più importante da lunghi anni accaduto in campo bancario e industriale” a somiglianza di quanto già avveniva nei principali paesi con “associazioni consimili…..per lo studio dei problemi interessanti l’industria bancaria, la proposta e la critica di provvedimenti legislativi…”, ammonendo ad evitare limiti alla concorrenza bancaria e interferenze di imprese diverse nelle attività creditizie.
L’ABI ha vissuto intensamente la vita economica, subendo (come tutto l’associazionismo libero) le imposizioni della dittatura e la trasformazione forzosa in Confederazione generale bancaria fascista, comprendente anche le assicurazioni, fino al 1944 quando il banchiere Pizzoni presiedette il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e, a Roma liberata, venne rifondata la libera Associazione Bancaria Italiana che già nei primi anni vide protagonisti come Siglienti, Mattioli, Vanoni, Carli, Dell’Amore, Malagodi e Visentini.
In questo secolo l’ABI è stata specchio e stimolo dei cambiamenti delle banche dopo la dittatura corporativa, con la guerra di Liberazione e il lungo dopoguerra, le liberalizzazioni e privatizzazioni e la trasformazione delle banche in imprese col vigente Testo unico, la nascita dell’Unione bancaria europea.
SOCIETA’ APERTA E SEMPRE PIU’ COMPLESSA
L’ABI è ora protagonista del profondo rinnovamento culturale, metodologico e programmatico che sta generando la nuova ABI, nella società aperta, internazionalizzata e sempre più complessa, in mercati liberi e regolati in società basate sulla certezza del diritto del costituzionalismo.
Dopo un ventennio di espansione della società aperta e del mercato più libero che mai, la decennale grave crisi ne ha messo in luce e aggravato i limiti sociali.
I malesseri cresciuti nell’Occidente derivano dalla sproporzione fra le tante giuste attenzioni alle libertà economiche nel mondo globalizzato e le non altrettanto dinamiche garanzie sociali e tutele ambientali.
Tutte le libertà sono fra loro inscindibili: civili, economiche, sociali e ambientali.
Non ci rassegniamo alla dispersione dei principi di libertà e responsabilità delle migliori stagioni dell’Occidente.
Non ci rassegniamo all’appannamento del grande progetto di Stati Uniti d’Europa dopo secoli di guerre infernali.
Non ci rassegniamo ad una economia italiana che cresce troppo poco, quando cresce, mentre aumenta sempre il debito pubblico.
Non ci rassegniamo ad uno spread elevato che appesantisce i fattori produttivi italiani.
L’ABI è impegnata per il progresso civile, economico, sociale e morale, con austerità e lungimiranza, lontana da impulsi irrazionali.
SEMPRE PIU’ NUOVE TECNOLOGIE
Ogni evoluzione tecnologica ha potenzialità e rischi.
Bisogna cogliere e sviluppare tutte le potenzialità al servizio della società e delle persone e combattere i rischi.
Il digitale non è la fine della storia delle innovazioni tecnologiche che continueranno: occorre guardare sempre oltre con fedeltà ai principi e alle regole che garantiscono i doveri e i diritti per nuove possibilità di vita umana più qualificata.
Banche, Fintech e colossi mondiali si intrecciano o competono: è indispensabile che le Autorità internazionali, europee e nazionali garantiscano sempre regole competitive uguali per tutti, senza privilegi.
Le innovazioni nei sistemi di pagamento debbono sempre essere nuove frontiere di legalità, efficienza ed economicità.
Debbono essere chiarite rapidamente le incertezze nell’applicazione della Direttiva sui servizi di pagamento PSD2 e del regolamento sulla protezione dei dati.
Occorre garantire a ciascuno la tutela della privacy con parità di condizioni nell’accesso ai dati.
Il rapporto fra banca e cliente è diretto: se il cliente permette ad altri di accedere al proprio conto, occorre che ciò avvenga senza alterare le reciproche responsabilità fra i contraenti del contratto bancario e senza creare privilegi, ma permettendo, per reciprocità, anche alle banche di accedere a dati gestiti dalle piattaforme informatiche mondiali.
La sicurezza informatica è la nuova frontiera di legalità, tutela delle istituzioni democratiche, responsabilità e libertà.
Anche per queste strategie le banche e l’ABI collaborano intensamente con le Istituzioni.
In Italia sono ingenti gli investimenti di banche, consorzi e società specializzate per la continua innovazione tecnologica.
DEBITO PUBBLICO E SPREAD
Il debito pubblico italiano, sempre crescente dalla fine degli anni Sessanta, è la principale palla al piede dello sviluppo e dell’occupazione.
Quando il debito pubblico era infimo, l’Italia raggiunse il “miracolo economico”.
Nell’ultimo ventennio il debito pubblico è raddoppiato e il suo continuo incremento è la principale causa dello spread che quando è alto, innesta una catena di conseguenze: si alzano i tassi sui titoli di Stato italiani e ciò può creare una pericolosa e onerosa catena di aumenti del costo del denaro per banche, imprese e famiglie.
Lo spread impoverisce gli italiani.
Il Governatore Visco, al Forex, ha acutamente osservato che recentemente “i più elevati costi di finanziamento sostenuti dalle banche si sono finora trasmessi ai tassi d’interesse sui prestiti in misura minore che in passato, grazie alla maggiore patrimonializzazione degli istituti di credito e a una ricomposizione del loro passivo verso strumenti finanziari meno esposti alle variazioni dei tassi di interesse di mercato”.
Ciò è avvenuto anche per la fortissima concorrenza fra le banche.
Ma non è possibile sempre riuscire a limitare i costosi effetti dello spread.
L’Italia deve operare più efficacemente anche contro l’evasione fiscale e perché lo spread torni vicino allo zero come nel primo decennio dell’Euro.
UE E UNIONE BANCARIA
I primi anni di Unione bancaria sono stati i più complessi della storia della UE: la crisi ha accelerato la nascita dell’Unione bancaria che diverrà pienamente tale quando saranno realizzati i Testi unici di diritto bancario, finanziario, fallimentare e penale dell’economia e il “terzo pilastro” con garanzie dei depositi basate sui sistemi nazionali e su accordi di rifinanziamento fra essi.
E’ ferma da anni l’attuazione del “rapporto dei cinque Presidenti” delle istituzioni europee.
Occorre sviluppare l’unione del mercato dei capitali per favorire fonti di finanziamento complementari a quelle bancarie per le imprese e per le stesse banche per favorire il collocamento dei titoli per il MREL.
Gli investimenti europei e della BEI debbono essere proseguiti e sfruttati al meglio.
Le “fughe all’indietro” come Brexit non portano maggior benessere, ma confusione e incertezze: nessuno può vincere da solo in un mondo globalizzato.
La UEè un condominio privo della regola fondamentale,la Costituzione: deve essere ripensata e riformata profondamente.
L’Italia deve essere co-protagonista di una nuova Europa più democratica e solidale, che cresca unita e rispettosa delle differenze che sono ricchezze del pluralismo di culture, economie e società.
L’ABI chiede regole che garantiscano la concorrenza negli investimenti e nel lavoro, in un’Europa meno burocratica e più orientata alla ripresa dello sviluppo e dell’occupazione.
Stabilità e crescita debbono essere assicurate con equilibrio.
Debbono essere meglio coordinate le iniziative delle Autorità europee e nazionali, semplificando le produzioni normative.
La nuova Legislatura europea deve essere ri-costituente: l’Italia deve concorrervi costruttivamente.
Apprezziamo i consensi alla nostra proposta che l’Italia assuma un’importante responsabilità economica nella nuova Commissione europea.
Intanto l’ABI ha ottenuto diversi risultati con un impegno straordinario.
Sono state riformulate le misure sui crediti deteriorati originariamente contenute nell’ “Addendum” dell’ottobre 2017: sono state approvate regole più equilibrate e non retroattive.
Non sono state introdotte norme punitive verso i Titoli di Stato.
Il nuovo “pacchetto bancario” di regole europee contiene misure che porteranno nuovi equilibri per i requisiti patrimoniali delle banche, con dosaggi di “assorbimento” più vantaggiosi per l’economia e le banche impegnate negli investimenti in innovazioni tecnologiche, assicurazioni, prestiti a imprese di infrastrutture, PMI e famiglie per la cessione di parte dello stipendio e della pensione, con interessanti novità per il principio di proporzionalità e per le cessioni massive di crediti deteriorati.
Meno assorbimenti patrimoniali porteranno più risorse per il credito.
Per la risoluzione sono state introdotte misure meno penalizzanti.
In Italia sono state rinnovate le GACS: chiediamo siano introdotte in tutta la UE.
PER LO SVILUPPO
Queste misure contribuiranno a rendere più competitive le banche europee, in un mercato dove sono sempre più ravvicinate le sfide fra le banche del mondo.
Solidità e redditività sono presupposti indispensabili di sane prospettive di sviluppo.
Occorre un clima che combatta la sfiducia e la rassegnazione preconcette, per risultati migliori, con l’ottimismo della volontà anche quando vi è il pessimismo della ragione.
Bisogna favorire i rafforzamenti patrimoniali delle imprese d’ogni genere, reintrodurre l’ACE per incentivare gli accantonamenti degli utili a capitale per tutte le imprese, per rendere più solidi i presupposti della ripresa.
Occorre incoraggiare gli investimenti, innanzitutto in infrastrutture materiali ed immateriali.
Servono incentivi alle imprese sane e trasparenti e alle famiglie per lo sviluppo e le garanzie sociali.
La riforma del vetusto diritto fallimentare del 1942, pur con limiti, è un punto di equilibrio per sveltire e rendere più trasparenti le procedure delle crisi d’impresa.
Necessita più certezza del diritto con tempi della giustizia civile allineati alle migliori prassi europee.
Occorre rafforzare i sistemi di garanzie per imprese e famiglie per aumentarne il merito di credito.
La collaborazione fra Banche e Cassa Depositi e Prestiti è utile e va ampliata nel sostegno alle imprese nella competizione internazionale e per le esportazioni.
L’ “Accordo per il credito2019”fra ABI e le altre Confederazioni e Associazioni imprenditoriali è un ulteriore sforzo del mondo bancario per la competitività.
Occorrono meno polemiche e più azioni per lo sviluppo.
***
Le Banche in Italia hanno stupito il mondo per i positivi cambiamenti realizzati, riducendo le sofferenze prima delle previsioni, con flessibilità ed efficienza. Ma il capitalismo è ancora debole e le banche sono impegnate più che altrove per il sostegno delle imprese.
Il credito è caratterizzato ora da carenze di domanda, fortissima concorrenza nell’offerta, stringenti regole, rigide norme sui crediti deteriorati.
In questi ultimissimi anni le banche in Italia hanno fatto una specie di multiplo salto mortale contemporaneamente affrontando le conseguenze della crisi con i crediti deteriorati, i forti cambiamenti normativi con circa il raddoppio delle soglie minime di capitale, le continue trasformazioni tecnologiche, la ricerca di nuove attività e mercati, la lotta continua per ridurre i costi di struttura con infimi margini di interesse.
Chi ha superato queste terribili prove, che proseguono, è più preparato per l’avvenire di forte competitività.
In Italia si sono realizzate le più cospicue aggregazioni bancarie: con oltre sessanta milioni di abitanti, vi operano poco più di cento gruppi bancari e banche indipendenti, oltre alle Raffaisen sudtirolesi.
L’IVA di gruppo, per la quale tanto ci siamo battuti, non penalizza più, in questo, le aggregazioni.
Crescono gli uffici finanziari, ma gli sportelli si sono ridotti in Italia dagli oltre 34 mila del 2008, ai circa 25 mila di aprile 2019, con una accelerazione di scelte necessitate e non indolori né per le banche, né per i lavoratori che hanno evidenziato senso di responsabilità, favorendo responsabili e incentivate scelte per gli esuberi e nuove assunzioni.
Serve una maggiore e più stabile redditività per accantonamenti, investimenti e più stabili dividendi.
Bisogna semplificare le regole cresciute in modo abnorme e garantire più certezza del diritto prospettica, per sviluppare i piani industriali senza terremoti normativi.
E’ necessario un più solido clima di fiducia non più minato da regole inapplicabili come il bail in, come ha affermato anche la Banca d’Italia.
L’articolo 47 della Costituzione tutela il risparmio: devono essere inattaccabili tutti i depositi che non debbono essere impropriamente scambiati per investimenti.
Per una nuova fiducia vi deve essere innanzitutto un più diffuso senso di responsabilità, più educazione finanziaria, più trasparenza, non limitandosi ad una esauriente e tempestiva applicazione della MIFID 2, garantendo massima comprensione a tutti per le operazioni finanziarie, con i KIID e con linguaggi sempre semplici, sviluppando i progetti per la “trasparenza semplice”, le novità tecnologiche e regolamentari.
LE CRISI BANCARIE
Occorre affrontare le conseguenze delle crisi bancarie con i rimborsi ai truffati e col più rapido accertamento giudiziario definitivo delle responsabilità.
La sentenza di marzo del Tribunale europeo di Lussemburgo, sulla natura privata del Fondo interbancario, non incide sulle cause delle crisi bancarie, ma sui salvataggi.
Le decisioni della Commissione europea di considerare “aiuti di Stato” gli interventi del Fondo interbancario, da Tercas in poi, hanno rallentato e aggravato il superamento delle crisi, con maggiori oneri per risparmiatori e banche concorrenti.
Attendiamo ora le decisioni definitive della Corte di Giustizia.
La sentenza dimostra anche che nella UE esiste un’autorevole Magistratura indipendente che annulla decisioni illegittime di organi dell’Unione.
E’ comunque necessario che l’Antitrust europeo divenga un’Autorità indipendente, non inserita in un organismo politico com’è la Commissione, e che venga meglio definito il concetto di “aiuto di Stato”, riconoscendo nuovi ruoli ai sistemi di garanzia dei depositi.
La Commissione bicamerale d’Inchiesta di questa Legislatura nazionale potrà contribuire a ulteriori accertamenti sulle crisi bancarie.
Di fronte alla Vigilanza bancaria unica dal 4 novembre 2014,la Commissione d’Inchiesta ha anche la possibilità di verificare e promuovere legislazioni più semplici, più efficaci ed efficienti contro gli illeciti d’ogni genere, senza scalfire i principi del mercato, i doveri e i diritti in attività private come quelle economiche e la indispensabile indipendenza della BCE e della Banca d’Italia.
I RAPPORTI CON I SINDACATI
Gli anni di crisi hanno visto confronti costruttivi con i Sindacati che vanno sviluppati innanzitutto sulle questioni etiche e di metodo, sempre con reciproco rispetto e con obiettivi strategici per la ripresa.
L’accordo sulle politiche commerciali, contro le pressioni indebite, va pienamente attuato: è una convergenza innovativa che va recepita anche nelle altre parti d’Europa.
Questo accordo rafforza anche l’applicazione della MIFID 2.
Il documento di ABI e Sindacati contro le molestie e le violenze di genere punta a prevenire, contrastare e non tollerare ogni comportamento che implichi intimidazione, danno o sofferenza psicologica, fisica e sessuale.
E’ una frontiera di civiltà che va sviluppata sempre, come indicato dal documento “Donne in banca: valorizzare le diversità di genere”, recentemente approvato dall’ABI.
Il Fondo per l’Occupazione produce positivi risultati e va proseguito.
Il nuovo Contratto Nazionale di Lavoro deve essere occasione razionale e costruttiva di dialogo e di definizione di giusti equilibri per lo sviluppo del mondo bancario italiano dove occorrono innovazione, semplificazione, produttività, redditività, metodo e regole nella competizione.
Il lavoro e le garanzie sociali debbono essere sempre tutelati per il benessere di tutti coloro che lavorano in banca, ponendo sempre al centro le persone e il rispetto dell’etica.
La maggior fiducia verso il mondo bancario si basa anche su costruttive relazioni interne, consapevoli di ogni diritto e dovere.
L’ABI
L’ABI è innanzitutto Associazione per la cultura e le regole nella certezza del diritto, per l’agire etico nell’economia.
L’ABI ha fra gli obiettivi la piena legalità sempre, per il rispetto di ogni norma per i risparmiatori e per il dovere di restituire i prestiti da parte di chi li ha ricevuti.
Indipendenti sempre e mai isolati, non attori del dibattito politico, non cerchiamo regali e chiediamo regole che non penalizzino le banche nella competizione europea e internazionale.
Mai inerti, con intensa e costruttiva collegialità stiamo celermente costruendo la nuova ABI, più aperta, connessa e dinamica, mai rassegnata, impegnata a fare sempre più, mai sazia di obiettivi raggiunti, orgogliosa dei risultati, mai arrogante.
In quest’ultimo anno di mandato dobbiamo anche proseguire nel potenziamento delle attività a Bruxelles e Milano e nella razionalizzazione a Roma, riducendo ulteriormente i costi di struttura ed essere elemento propulsivo culturale e programmatico per la nuova Legislatura europea e nelle complessità italiane, per il mercato libero e regolato e la sostenibilità sociale, per sempre maggiori attenzioni ai consumatori, risparmiatori e investitori di ogni dimensione, per un clima di nuova fiducia.
L’ABI sviluppa tante iniziative sociali, come nei casi di calamità naturali, e opera per l’educazione finanziaria e per costruttivi rapporti con le Istituzioni e le organizzazioni sociali d’ogni genere, consapevole del proprio distinto ruolo.
Le nuove regole di Basilea debbono essere applicate in Europa senza svantaggi verso altre economie del mondo.
MREL e TLAC debbono essere applicati senza frettolosità per evitare pericolosi ingolfamenti nei collocamenti.
Occorre evitare misure pro-cicliche e calibrare i principi di proporzionalità nell’applicazione delle misure prudenziali, negli Srep e negli Stress Test.
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Signor Presidente della Repubblica,
Papa Francesco ha ben indicato che sono le persone al centro di ogni azienda, anche con le più nuove tecnologie e che la formazione deve comprendere l’approfondimento di valori come etica, giustizia, dignità, sostenibilità e solidarietà, anche per nuove speranze.
Signor Presidente,
un anno fa, a Dogliani, Lei ha ricordato gli obiettivi che Einaudi sviluppò al rientro dall’esilio per divenire Governatore della Banca d’Italia nel ’44, quando l’Italia era divisa in due e campo di battaglie cruente: innanzitutto la ricostruzione morale basata sulle autonomie, la difesa del mercato e delle libertà con “ogni sforzo per….dar forza e vigoria alla persona umana, agli aggregati umani di cui l’uomo fa veramente parte, la famiglia, la vicinanza, il Comune, la comunità, la regione, l’associazione di mestiere, di fabbrica, l’ordine o il corpo professionale,la Chiesa.”
Le persone hanno bisogno di non sentirsi isolate, “atomo fra atomo, numero fra numero” diceva Einaudi che Lei ha citato a Dogliani.
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Iniziamo il secondo secolo di vita dell’ABI con austera severità, coerenza, forte determinazione e tenacia anche quando si tratta di obiettivi giusti, ma impopolari, convinti che l’economia è sotto ordinata all’etica e che la democrazia economica deve essere sempre perseguita con sensibilità sociali per il progresso, la centralità delle persone, delle famiglie e delle imprese.
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