Come le variazioni economiche influenzano il costo del credito e cosa fare per ottenere condizioni vantaggiose

Negli ultimi anni, il tema dell’inflazione e dei tassi d’interesse ha dominato il dibattito economico globale. L’inflazione elevata ha spinto le banche centrali, come la Banca Centrale Europea (BCE) e la Federal Reserve, ad aumentare i tassi d’interesse per contenere la crescita dei prezzi. Ma cosa significa questo per chi cerca un prestito oggi? 

Esaminiamo gli effetti dell’inflazione e dei tassi d’interesse sui prestiti e come affrontare al meglio questa situazione.

Cos’è l’inflazione e come influisce sui prestiti?

L’inflazione rappresenta l’aumento generale e prolungato dei prezzi dei beni e dei servizi. Quando l’inflazione è alta, il potere d’acquisto della moneta diminuisce, il che significa che con la stessa quantità di denaro si possono acquistare meno beni e servizi. Per contrastare questo fenomeno, le banche centrali aumentano i tassi d’interesse, rendendo più costoso il credito e cercando di rallentare la domanda.

Per chi sta cercando un prestito, l’inflazione ha un impatto diretto e indiretto:

  • Aumento dei tassi d’interesse
  • Riduzione del potere d’acquisto
  • Maggiore selettività dei finanziatori.

L’impatto dei tassi di interesse sui prestiti

L’andamento dei tassi d’interesse ha un effetto profondo sulle condizioni di accesso al credito, influenzando non solo l’importo delle rate ma anche il comportamento economico di famiglie e imprese. Quando i tassi aumentano, le implicazioni diventano evidenti in diverse aree. 

Ad esempio, l’aumento dei tassi di interesse rende più costosi anche i finanziamenti destinati a spese personali o ristrutturazioni (prestiti personali). Chi intende richiedere un prestito per spese mediche, acquisto di beni di consumo o finanziare progetti personali, si troverà a fronteggiare rate più elevate, con un impatto sul budget familiare che potrebbe scoraggiare scelte di spesa non necessarie.

Come ottenere un prestito in un contesto di tassi elevati

Nonostante l’aumento dei tassi d’interesse, ottenere un prestito è ancora possibile seguendo alcune strategie:

  • Optare per tassi fissi – Se i tassi d’interesse sono destinati a salire ulteriormente, un prestito a tasso fisso può garantire stabilità. In alternativa, esistono soluzioni ibride con una fase iniziale a tasso fisso e successivamente variabile.
  • Migliorare il proprio profilo creditizio – Un buon punteggio di credito può favorire l’accesso a condizioni migliori. Pagare puntualmente i debiti esistenti e ridurre l’indebitamento complessivo aiuta a ottenere un prestito più vantaggioso. Scopri il consolidamento dei debiti con la Cessione del Quinto!
  • Valutare la durata del prestito – Prestiti più brevi comportano rate più alte ma un costo complessivo inferiore. Scegliere la durata giusta in base alla propria capacità di rimborso è essenziale, soprattutto per evitare di diventare un protestato o cattivo pagatore, con le conseguenti difficoltà future nell’accesso al credito.

Considerare soluzioni alternative – In alcuni casi, strumenti come il prestito con Cessione del Quinto possono risultare più convenienti.

Il futuro dell’inflazione e dei tassi di interesse

Le previsioni economiche indicano che le banche centrali potrebbero continuare ad aumentare o mantenere elevati i tassi d’interesse finché l’inflazione non rientrerà nei limiti desiderati. Tuttavia, eventuali rallentamenti economici potrebbero portare a una revisione delle politiche monetarie con un possibile calo dei tassi in futuro.

Taglio dei tassi BCE: svolta nella politica monetaria 2025

Le banche centrali, e in particolare la Banca Centrale Europea (BCE), stanno adottando un approccio più flessibile dopo mesi di politiche restrittive per contenere l’inflazione. Durante la riunione del 17 aprile 2025, la BCE ha annunciato un atteso taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,25%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,40% e il tasso marginale al 2,65%. Questa decisione riflette un processo disinflazionistico ben avviato e un’inflazione che, secondo le attuali stime, è in progressiva convergenza verso il target del 2% a medio termine. (Fonte: Banca Centrale Europea – Comunicato Stampa, 17 aprile 2025).

Già nella riunione precedente del 6 marzo 2025, il Consiglio direttivo aveva effettuato un analogo taglio di 25 punti base, fissando i tassi rispettivamente al 2,50% (depositi), 2,65% (rifinanziamento principali) e 2,90% (rifinanziamento marginale). Si è trattato della sesta riduzione consecutiva, segnando una transizione verso una politica monetaria meno rigida. Il contesto resta comunque complesso, e le scelte della BCE rispondono a un equilibrio delicato tra rallentamento dell’inflazione e stimolo alla crescita economica.

Previsioni su inflazione, PIL e tassi di interesse fino al 2027

Secondo le proiezioni macroeconomiche della BCE, l’inflazione si attesterà in media al 2,3% nel 2025, per poi calare all’1,9% nel 2026 e stabilizzarsi intorno al 2,0% nel 2027. L’aumento atteso per l’anno in corso riflette una dinamica più marcata dei prezzi energetici, mentre la crescita salariale, in fase di normalizzazione, è compensata in parte dalla stabilità dei margini aziendali. Parallelamente, le stime di crescita del PIL dell’Eurozona sono state riviste al ribasso: 0,9% nel 2025, 1,2% nel 2026 e 1,3% nel 2027, a causa della debolezza delle esportazioni e della cautela negli investimenti.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha inoltre raccomandato alla BCE di interrompere i tagli ai tassi di interesse una volta raggiunto il 2%, a meno di shock economici significativi, per evitare squilibri nei mercati finanziari e garantire la stabilità del sistema bancario. (Fonte: Fondo Monetario Internazionale – World Economic Outlook, aprile 2025).

Per famiglie e imprese che valutano oggi un prestito, monitorare costantemente le decisioni delle banche centrali e le previsioni economiche è cruciale. Scegliere il momento giusto, definire con precisione la durata del finanziamento e migliorare il proprio merito creditizio può ridurre significativamente l’impatto di un contesto macroeconomico ancora instabile.

Per questo è fondamentale affidarsi a Consulenti esperti come i nostri Agenti ItalCredi, in grado di analizzare la tua situazione finanziaria e proporti soluzioni personalizzate, trasparenti e sostenibili, anche in un contesto di tassi d’interesse in evoluzione.

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FAQ

Quanto è l’inflazione oggi?
L’inflazione attuale dipende dalle politiche economiche, dall’andamento dei mercati globali e dalle decisioni delle banche centrali per contenerla.

Chi genera l’inflazione?
L’inflazione è causata dall’aumento della domanda, dall’incremento dei costi di produzione, da politiche monetarie espansive e da fattori esterni come crisi geopolitiche o problemi nelle forniture.

Perché si alza l’inflazione?
L’inflazione cresce quando aumentano la spesa dei consumatori, i salari, il costo delle materie prime, oppure in caso di svalutazione della moneta o politiche economiche espansive.

Quando si abbasseranno i tassi di interesse?
Le previsioni indicano che l’inflazione complessiva potrebbe raggiungere una media del 2,3% nel 2025, il che potrebbe influenzare le decisioni della BCE riguardo ai tassi di interesse.

Come saranno i tassi nel 2025?
Le previsioni per il 2025 suggeriscono che la BCE potrebbe continuare a ridurre gradualmente i tassi di interesse, con l’obiettivo di raggiungere un tasso sui depositi compreso tra l’1,75% e il 2% entro la fine dell’anno.

Quando scenderanno i tassi d’interesse sui mutui?
La discesa dei tassi dei mutui dipenderà dalle politiche delle banche centrali e dal rallentamento dell’inflazione. Potrebbe avvenire nei prossimi anni se l’economia si stabilizza.

Quali sono i tassi d’interesse sui mutui oggi?
I tassi dei mutui attualmente sono influenzati dalle decisioni delle banche centrali e variano tra tasso fisso e variabile, con condizioni differenti a seconda degli istituti di credito.

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